Facciamo cosi’, un bel post sdolcinato e mieloso che solo a
leggerlo mi scatena il diabete di tipo 2, che se corro magari non mi si alza
troppo la glicemia e non mi devo fare le pere di insulina come quel tipo a
Essauira mentre faceva colazione con baguette calda marmellata e burro. Cosa ho
imparato da questo anno passato? Ci pensavo stanotte mentre in casa c’era la
guerra dei mostri e nessuno dormiva, cioe’ io perche una piangeva l’altra
urlava io sembravo Eminem in 8 mile seduto sul letto in tuta larga e cappuccio
in testa. In penombra facevo paura, anche a me stesso. Allora rifletto, anche
se la sera prima ho dormito per terra avvolto in un piumotto sempre per il
problema di mostri che sta invadendo casa nostra, e rifletto su questo anno
passato e che ho lasciato alle spalle. Cioe’ dai, il post di qualche giorno fa
raccontava delle solite cose che si fanno quando si corre ossia le gare le
sconfitte le storte e roba del genere peraltro correlate di foto in alta
risoluzione, questo, proprio sul finire dell’anno e’ un po’ piu’ serio e
zuccheroso e non e’ un full HD. Il fatto e’ che fortunatamente sto invecchiando
nel senso buono del termine, e che ancora vedo il domani senza la scritta
traguardo, ma qualche tempo fa una ditata mi aveva fatto andare fuoristrada.
Ricordandomi che non sono immortale e che posso anche io finire prima del
previsto. Sta storia insieme alla presunta malattia me la porto appresso ogni
volta che mi formicola qualcosa, nulla di porno sia chiaro … poi arriva
l’inverno mi si alza la temperatura e me la faccio sotto perche’ perdo la
sensibilita’ delle dita e diciamocelo che non mi ci voglio vedere rattrappito
su una seggiola a rotelle. Belin non mi ci vedo proprio, e sfido a trovare
qualcuno che ci sballerebbe. Mi sbarellano le sinapsi perche’ non capisco e non
controllo, mi si gonfia la panza non dal panettone ma dalla preoccupazione. Poi
ci penso su come ieri sera e penso che non ho realmente tempo da perdere. Ne
senti tante e per fortuna capitano tutte agli altri ma se poi la tiro su io la
carta della sfiga magari non manco il tempo di tornare indietro. Ad assillarmi
la nottata c’e il ricordo della fine di mio padre, una fine brutta (eccalla che
l’ho detto) che non mi sento di vivere in prima persona nè di farla vivere alle
due litigiose di cui sopra. Una roba che mi ha angosciato e segnato
l’adolescenza e che poi e’ sfumata con durezza, ci sarebbero state un sacco di
cose da dire e che non ci siamo mai detti, ma forse fa parte del gioco anche
questo. Anche se non mi piace. Papa’ R.I.P.
Penso che in questo 2015 qualcosa l’ho perso per negligenza
svogliatezza e malumore vario, sia chiaro che non si puo’ sempre vivere a mille
ma se nel 2016 migliorassi un pochino a succhiarmi il midollo della vita senza
perderne per strada sarei felice.
Diciamo che questo e’ il vero obbiettivo del mio futuro e
che mi sento di consigliarlo a tutti, belli brutti cinesi che mi scoreggiano
dietro la scrivania e giappognusi anche se uccidete i delfini nelle aree
protette. Per le bionde o le scure e le rosse che se le circuisci diventi
immortale. Gay lesbo e famiglie arcobaleno e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
Correre mi potrebbe aiutare a migliorare questi momenti e
concludo con la lacrimuccia non dalla pancia piena ma da papello sdolcinato
condividendo la foto in scarsa definizione qui sotto. Minchia che figo e buoni
anni a venire.