mercoledì 1 settembre 2010


Chamonix 2010.
Forse ombelico del mondo trail, forse citta’ di sogni e speranza, forse termine di passaggio fra il partecipare e arrivare o solo partire. Difficile da definirlo.
Courmayeur ore 09.00. Sono davanti al gonfiabile della partenza e sto fortemente sperando che il meteo visto e previsto non si faccia sentire. Al momento dell’inno italiano, l’ultimo dei 3 inni pre partenza, si scatena il temporale. Sembra che a coumayeur non abbia mai piovuto, sembra che Courmayeur cittadina italiana voglia essere contro la sua nazione. Proprio 5 minuti prima dello start inizia a piovere a dirotto. E’ musica forte, ritmante.


Voliamo via per le vie ormai gia’ bagnate seguendo il flusso del serpente colorato che caratterizza questa manifestazione. Ci imbottigliamo al primo sentiero, continua a piovere, non sono per niente sereno. La salita al Bertone vola via e un passo dolo l’altro saliamo sulla cresta della Tête de la Tronche e’ il primo passo lo abbiamo messo a segno. Si apre il cielo e si apre anche la val ferret, magnifica. Vado a testa bassa in giu per un bel po’ di km per risalire poi al rifugio Bonatti. Qua c’e’ un sacco di gente e la pioggia che ci ha lasciato per un pochino riprende. Raggiungo Arnuva in perfetto tempo, e riesco ad ammirare la salita al Gran Col Ferret.
Attacco la salita con determinazione fra folate di vento e pioggia che mi rende ancora piu’ zuppo di quello che sono. In vetta fa frddo , le tende gialle di north face sono tese, ho il tempo di mettermi un antivento per iniziare l’interminabile discesa verso La Fouly, 939 m. di dislivello verso il mare.
Il tendone che mi attende e’ gremito di gente che schiamazza, chi parte e chi come me e’ appna arrivato mi fermi il tempo di mangiucchiare qualcosa ed indossare un ricambio pesante e tirare fuori la frontale. Non e’ ancora buio ma non ho voglia di fermarmi dopo con rischio di prendere freddo.
Forse la svizzera sara’ anche bella ma piove e non c’e’ nessuno corro da solo al ristoro un paio di italiani si fermano ed io sono ripartito in solitaria. Percorriamo molto asfalto, qualche macchina mi illumina forse anche incredula di vedere gente che corre a quell’ora proprio su quelle strade.
A pranz de fort si sale nel bosco mi accodo an un francese e facciamo la salita assieme, respiriamo affannosamente il sentiero e’ completamente infangato dalla giornata di pioggia, intorno alle 22.45 arriviamo a Champex Lac. Lui molla la corsa li mi dice. Fuori diluvia io inizio ad aver freddo. Non ho voglia neanche di mangiare, sono ormai 55 km e ho i piedi zuppi dalle 10 di stamattina. Non ho tempo devo andare e anche stavolta sono solo, il tipo dell’organizzazione mi controlla se sono tutto a posto, si lo sono posso andare.
Giro tutto intorno al lago, anche se di buon passo non riesco a scaldarmi molto. Inizia la salita alla cima della bovine a 2000 mt. Il sentiero e’ allucinante fatto di gradoni e acqua che scende tipo cascata. I rigagnoli sono diventati fiumi e devo guadare. Con me c’e’ una giapponese che non parla inglese e francese, le faccio capire di stare tranquilla e che si va su pian piano.
Fango acqua nebbia e pioggia ecco quello che mi aspetta per la prossima ora.
Il traverso fino al punto sosta e’ una sorta di patibolo il vento in cresta mi congela faccia e tutto quello che ho addosso che e’ totalmente fradicio, entro nella tenda e trovo una situazione allarmante, un cacco di gente coperta e gli infermieri della corsa che intervengono a destra e a sinistra. Mi metto in un angolo. il capo sosta dice che sono state bloccate le altre gare che la utmb e’ stata stoppata al 21 km e la tds neanche partita. Probabilmente anche la nostra sara’ sospesa ma non e’ ancora ufficiale. Faccio la discesa verso Trient rischiando svariate volte , ci impiego una vita, le condizioni del sentiero sono allucinanti. Vedo le luci del paese, passo taglio non so ma entro da un’altra parte nel punto sosta. Sono tutti li, alle 3 la gara e’ stata sospesa per avverse condizioni metereologi che. Mi fermano al km 71.
Mangio bevo un the caldo, tremo quasi da convulsioni. Un po’ di disorganizzione per il rientro. L’attesa e’ snervante.
Poco prima delle sei sono a chamonix. Al termine del mio viaggio durato 18 ore di gara e mesi di preparazione.


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