martedì 27 settembre 2011

L'Altare – Portofino 23/9/11

L'Altare – Portofino 23/9/11




L'Altare è giustamente considerata una delle immersioni più spettacolari di tutta l'area del promontorio. La sua fama è dovuta alla particolare conformazione del fondale. In questo punto, infatti, la scogliera presenta una specie di 'taglio' molto profondo che forma un vero e proprio canyon, le cui pareti sono letteralmente tappezzate di corallo rosso.Passati i due pinnacoli che ne delimitano l'ingresso, il canyon scende per oltre una trentina di metri, fino a oltrepassare i 40 metri di profondità, e offre rifugio a tutti i tradizionali abitanti delle scogliere di Portofino: aragoste, nudibranchi, cerianti e, soprattutto, al corallium rubrum tipico della riserva marina. Risalendo è facile incontrare banchi di saraghi immobili a mezz'acqua, dentici e le ormai immancabili cernie brune che anche in questa zona trovano numerosi anfratti in cui rintanarsi. A causa della profondità, l'immersione nel canyon è consigliata solo ai subacquei dotati di un brevetto avanzato. Le roccie più vicine alla superficie, però, sono ricche di vita e assicurano una immersione piacevole anche a chi preferisce non spingersi in profondità.


Oggi e’ giornata di fine corso AOW e per finire in bellezza finalmente avro’ l’occasione di immergermi nel fantastico promontorio di Portofino. Siamo in appoggio Dell’European diving center e gia’ da subito si respira una bell’aria fraterna. A farci da guida Marco un toscanaccio che ci preannuncia stamattina altare perche’ oggi pomeriggio ho da fare un tuffo lungo per un paio di istruttori un po’ piu’ lungo. per me va bene tutto basta andare. Dopo un buon caffe ed un breve briefing saliamo sul gommone che da Santa Margherita ci portera’ alla boa di discesa. Tutto e’ pronto gonfio il gav e finalmente mi posso immergere in un nuovo paradiso.
Scendiamo in 6 seguendo la catena che ci porta al punto morto e da li iniziamo la nostra avventura mattutina. Intorno a me si cono branchi di salpe e saraghi ed inizia a farsi vedere qualche bella gorgonia colorata. Finalmente incontriamo il canyon e da li a turno scendiamo in profondita’. Con la torcia ispezioniamo gli anfratti ed i buchi e proviamo dei bei coralli rossi che pero’ non riesco a fotografare. Scopro scendendo che ogni buco ne e’ pieno. Arrivati a -30 passiamo per una scoscesa scogliera ricoperta di gorgonie, fantastico. Si sente che la temperatura e’ scesa un po’ ma un po’ per l’eccitazione ed un po’ per la meraviglia non ci faccio troppo caso. Da un buco esce una murena e finalmente anche io riesco a vederla nel suo ambiente naturale. Risaliamo per ritornare nel punto di ritorno e finalmente incontro una cernia di dimensioni epocali che coperta da un grosso masso ci guarda mentre la osserviamo a poca distanza senza andare via. Un magico incontro. E’ ormai passata un’ora sono uscito in Nitrox e dobbiamo tutti risalire per la sosta di decompressione. Portofino e’ come un acquario e non me ne ero mai reso conto. Magnifico.



lunedì 26 settembre 2011

Loano - Relitto del san Guglielmo

Apro una nuova sezione e divago un po' sul tema trail .. Sono le 9 del mattino e sono a Loano in un nuovo diving Il Marina Diving center. Oggi scendo in profonda per la prima volta sul relitto del san Guglielmo a circa 30 metri. I preparativi sono scrupolosi e inizio ad avere un po’ quel minimo di tensione per provare una cosa nuova e mai fatta prima. salimao sul gommone e ci dirigiamo verso la boa di approdo dove scenderemo a -28 in direzione del relitto. Monto gav e bombola e mi sistemo la maschera. Breve briefing e sono pronto a scendere, gonfio e mi butto in mare. Guardo sotto e seguo la cima della boa che si perde nel blu. Ecco il blu, e’ una sensazione fantastica essere avvolti nel blu e non vedere oltre. Forse a tratti e’ pauroso, l’ignoto dove non si puo’ vedere. Siamo in 6 e tutti fanno cenno che sono pronti. Scendiamo. Sgonfio il gav e pian piano si inizia la discesa come punto d riferimento ho la cima della boa. Man mano che scendiamo sotto di noi inizia a materializzarsi la sagoma del San Guglielmo e a quota – 20 e’ decisamente molto chiara sotto di no.


E’ fantastico e a tratti un po’ inquietante. Iniziamo a percorrere il relitto tenendo la murata sulla nostra sinistra. Purtroppo inizia ad essere tutto piu’ torbido a questa profondita’ e non riusciamo a godere appieno della meraviglia che ha dato per anni gioia a vacanzieri del primo nocevento. Da poppa arriviamo a prua, per quel che ne rimane e ci dirigiamo sempre aggirando la fiancata. Passiamo in mezzo ed in giro alle strutture che sono ancora rimaste integre col passare ormai di quasi un secolo dall’affondamento dalla prima guerra mondiale. Guardo manometro e computer e tutti quanti dopo 25 minuti di esplorazione dobbiamo ritornare in su. Pian piano gonfiamo il gav e risaliamo dino alla sosta di sicurezza a 5 metri. Li per 3 minuti continuo a guardare quel che resta di un pezzo di storia, fantasticando sulle avventure e sulle scorribande ma pensando che per la prima volta sono sceso a 30 metri di profondita’


La San Guglielmo era una lussuosa nave passeggeri di prima classe, varata a Glasgow nel 1911. Nel corso della I Guerra Mondiale fu trasformata in trasporto truppe.L' 8 Gennaio 1918, la San Guglielmo stava dirigendo per Gibilterra insieme alla gemella San Giovanni, sotto la scorta del cacciatorpediniere Bersagliere. Improvvisamente, un sommergibile Tedesco lanciò un siluro che colpì la San Guglielmo; il Comandante diresse immediatamente verso la costa, tentando di incagliare la nave per evitarne l'affondamento, ma i danni erano troppo gravi, e la San Guglielmo affondò in prossimità della costa di Loano. Un uomo dell'equipaggio morì nell'affondamento.

martedì 13 settembre 2011

TRAIL DEL GOLFO DEI POETI EDIZIONE ZERO 2011

Riviere,bastano pochi stocchi d'erbaspadapenduli da un ciglionesul delirio del mare;o due camelie pallidenei giardini deserti,e un eucalipto biondo che si tuffitra sfrusci e pazzi volinella luce;ed ecco che in un attimoinvisibili fili a me si aseerpano,farfalla in una ragnadi fremiti d'olivi, di sguardi di girasoli.Dolce cattività, oggi, rivieredi chi s'arrende per pococome a rivivere un antico giuoconon mai dimenticato.Rammento l'acre filtro che porgesteallo smarrito adolescente, o rive:nelle chiare mattine si fondevanodorsi di colli e cielo; sulla renadei lidi era un risucchio ampio, un egualefremer di vite,una febbre del mondo; ed ogni cosain se stessa pareva consumarsi.











Montale scriveva di colori e magici scorci, cercava di evocare immagini ed emozioni di quelle 5 Terre tante amate nelle sue vacanze rivierasche. Ieri l’edizione Zero ha regalato ai 200 partenti fra corto e lungo l’essenza ed i profumi di quelle terre e di quelle piazzole a picco sul mare.

Arrivo tardi al ritiro pettorale e tardo alla vestizione e tardi alla partenza, inutile la ricerca col Ceccarelli (mi spiace ma ci pescheremo lo so) e solo di fortuna l’incontro col maudellevette che ieri pero’ e’ stato il maudelle5terre (4°assoluto)

Si parte e si sale per il primo strappo nel bosco e tutto va liscio, io e Luca teniamo un passo che ci permettera’ di affrontare i chilometri in serenita’, almeno quello e’ il mio pensiero. Alla fine del primo strappo si prosegue un po’ in falsopiano per arrivare ad un mondo nuovo, il mondo a picco sul mare.
Percorriamo i sentieri dei vignaioli, di quelli che fanno lo sciachetra’ e non te ne danno neanche una bottiglia ma il mare sotto di noi e’ una visione unica. Gli scorci sono mozzafiato di quelli che non si possono dimenticare.

Altro bello strappo su una bella gradinata che da Fosso sale in su’ senza lasciare troppo respiro e troppi pensieri nella mente. Raggiunta la vetta ci viene detto: girate di qua e ci vediamo fra 17 km … diciassette chilometri? Si proprio diciassette chilometri..

Nuovo obbiettivo: raggiungere Fossola, su un bel falsopiano corribile e sempre con Luca alterniamo corsa a passocorsa. Il nostro pensiero e’ sempre quello di tenere un po’ di riserva per dopo.
Bhe io finisco qua la mia gara, Luca prosegue al suo passo io al mio, mi raggiunge il mio amico Daniele che in passato abbiamo condiviso mareggiate e onde. Altre sensazioni ma uniche e anche tanto vicine.
La terza salita non mi lascia spazio. Le gambe non ci sono il cuore si, ma non basta. Sono ormai stanco ma chiacchierando un po’ di tutto il tempo passa. Sento il peso delle gambe su per il monte a tratti scoperto e pian piano arrivo lassu’ dove si respira ancora aria di mare.
Il mio obbiettivo 30 km sta per essere raggiunto e da quel passaggio si apre la vista sul golfo di la spezia con lerici davanti a me e la poesia di una giornata di trail nelle mie gambe. Vola via anche Daniele forse angosciato dalle mie parole … e rimango solo mentre percorro gli ultimi 400 mt di dislivello in giu’ tutto a gradini.
Arrivo trascinandomi e Stefano mi passa il testimone e taglio il traguardo con una birra in mano un minuto sopra le 7 infinite ore.

Ho respirato aria intrisa dei profumi, ho ammirato scorci del mio mare, ho ripreso un attimo di me correndoci sopra per 37 km. Grazie ragazzi.
Buona vita