letteralmente tappezzate di corallo rosso.Passati i due pinnacoli che ne delimitano l'ingresso, il canyon scende per oltre una trentina di metri, fino a oltrepassare i 40 metri di profondità, e offre rifugio a tutti i tradizionali abitanti delle scogliere di Portofino: aragoste, nudibranchi, cerianti e, soprattutto, al corallium rubrum tipico della riserva marina. Risalendo è facile incontrare banchi di saraghi immobili a mezz'acqua, dentici e le ormai immancabili cernie brune che anche in questa zona trovano numerosi anfratti in cui rintanarsi. A causa della profondità, l'immersione nel canyon è consigliata solo ai subacquei dotati di un brevetto avanzato. Le roccie più vicine alla superficie, però, sono ricche di vita e assicurano una immersione piacevole anche a chi preferisce non spingersi in profondità. Scendiamo in 6 seguendo la catena che ci porta al punto morto e da li iniziamo la nostra avventura mattutina. Intorno a me si cono branchi di salpe e saraghi ed inizia a farsi vedere qualche bella gorgonia colorata. Finalmente incontriamo il canyon e da li a turno scendiamo in profondita’. Con la torcia ispezioniamo gli anfratti ed i buchi e proviamo dei bei coralli rossi che pero’ non riesco a fotografare. Scopro scendendo che ogni buco ne e’ pieno. Arrivati a -30 passiamo per una scoscesa scogliera ricoperta di gorgonie, fantastico. Si sente che la temperatura e’ scesa un po’ ma un po’ per l’eccitazione ed un po’ per la meraviglia non ci faccio troppo caso. Da un buco esce una murena e finalmente anche io riesco a vederla nel suo ambiente naturale. Risaliamo per ritornare nel punto di ritorno e finalmente incontro una cernia di dimensioni epocali che coperta da un grosso masso ci guarda mentre la osserviamo a poca distanza senza andare via. Un magico incontro. E’ ormai passata un’ora sono uscito in Nitrox e dobbiamo tutti risalire per la sosta di decompressione. Portofino e’ come un acquario e non me ne ero mai reso conto. Magnifico.